IL MIO NATALE
Attimi di tristezza
rivissuti nel ricordo
di un suono di campane
con lacrime lente, lente…
e più avanti la gioia
di squarci di luna
nel buio dell’abitudine,
con sorrisi così larghi!
So che vi è incapacità,
sempre, di rivivere la stessa cosa
come la pietra si sfalda
alla carezza di gocce
diverse l’una dall’altra
e la stessa di ieri
non è più quella di oggi.
Eppure di ogni goccia
gli uomini dicono:
“E’ pioggia”.
Iris, Il mio Natale
Chiedo scusa al tutto se non posso essere ovunque
chiedo scusa se non posso essere ognuno e ognuna.
da “Sotto una piccola stella” di Wislawa Szymborska
Homo faber fortunae suae
Appio Claudio Cieco
Nulla due volte accade nè accadrà.
Per tal ragione nasciamo senza esperienza
moriamo senza assuefazione.
da “Nulla due volte” di Wislawa Szymborska
(…) tra la realtà da un lato, e il punto in cui la mente va a sbattere contro la realtà, esiste uno spazio sottile, uno spicchio d’arcobaleno da cui origina la bellezza, il punto in cui due superfici molto diverse tra loro si mescolano e si confondono per procurare ciò che la vita non ci da, e questo è lo spazio in cui tutta l’arte prende forma, e tutta la magia.
da “Il cardellino” di Donna Tart
Se leggi questi versi, dimentica
la mano che li scrisse:
t’amo a tal punto
che non vorrei restar
nei tuoi dolci pensieri,
se il pensare a me ti
facesse soffrire.
Shakespeare
Per vivere non voglio
isole, palazzi, torri.
Che altissima allegria:
vivere nei pronomi!
Getta via i vestiti,
i connotati, i ritratti;
non ti voglio così,
travestita da altra,
figlia sempre di qualcosa.
Ti voglio libera, pura,
irriducibile: tu.
Quando ti chiamerò, so bene,
fra tutte le genti
del mondo,
solo tu sarai tu.
E quando mi chiederai
chi è che ti chiama,
che ti vuole sua,
sotterrerò i nomi,
le pergamene, la storia.
Comincerò a distruggere quanto
m’hanno gettato addosso
da prima ancora ch’io nascessi.
E ritornato ormai
all’eterno anonimato
del nudo, della pietra, del mondo,
ti dirò:
«Yo te quiero,
soy yo».
da “La voce a te dovuta” di Juan Ramon Jiménez